Aree a rischio idrogeologico: "Non possiamo lasciarci paralizzare dal decreto Soverato"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2001 15:30
Aree a rischio idrogeologico:

Modificare i contenuti della legge 365/2000 sulle aree a rischio idrogeologico, chiedendo a riguardo un'urgente riunione dell'Unione delle Province regionale, verificando la possibilità che la Provincia di Firenze possa affiancare la Regione Toscana nel ricorso che la stessa ha inoltrato alla Corte Costituzionale, sollecitare infine la Regione Toscana a portare nella conferenza Stato-Regioni le problematiche sollevate dalla legge "ai fini di modificare i contenuti in un quadro di certezze rispetto alle competenze istituzionali".

Questi sono gli obiettivi contenuti in una mozione approvata dal Consiglio provinciale (astenuti i consiglieri di Rifondazione comunista). Il problema è stato sollevato dal capogruppo del Ppi Giovanni Vignoli, Presidente della Terza Commissione (Attività produttive, Agricoltura, Caccia e Pesca, Turismo) e la mozione portata in Consiglio da Vignoli con i consiglieri De Luca (Democratici), Cantini (Gruppo misto), Pancani (Comunisti italiani), Lepri (Democratici di Sinistra) e Gatteschi (Verdi). La legge 365, che recepisce il decreto detto 'Soverato', detta norme per le aree a rischio idrogeologico, innova e stravolge l'intera disciplina relativa al governo dei boschi in quanto, coinvolgendo tutte le Regioni danneggiate da calamità idrogeologiche, finisce per comprendere l'intero territorio nazionale.

Questa legge, secondo il Consiglio provinciale, che ha approvato a riguardo una mozione (con l'astensione di Rifondazione comunista), detta per il taglio dei boschi norme e procedure fortemente vincolistiche: nulla osta del Sindaco, pareri della competente Commissione comunale, dell'autorità di Bacino, del Corpo forestale dello Stato, della Sovrintendenza in materia di Beni ambientali, nonché della Regione, introducendo, in contrasto con gli orientamenti assunti a livello nazionale in materia di semplificazione e coordinamento degli atti, una burocratizzazione formale che appare perfino inutile e vessatoria.

La Toscana, inoltre, nel disciplinare in materia dei boschi, ha assoggettato tutto il territorio coperto da boschi, a vincolo idrogeologico, e pertanto la richiamata legge finisce per colpire l'intera regione.
Per il Consiglio provinciale "la tutela idrogeologica del territorio non può essere perseguita con un blocco indiscriminato dei tagli e degli interventi selvicolturali e proprio l'abbandono e l'incuria hanno concorso a fenomeni anche gravi di dissesto idrogeologico". La salvaguardia del bosco e più in generale dell'ambiente non vanno intese solo come "beni paesaggistici da tutelare e da difendere ma anche come ricchezza economica da gestire oculatamente per le future generazioni" e in Toscana vi sono un milione e centomila ettari di superficie coperta da boschi che fanno di essa la Regione più verde d'Italia.
La materia boschi è stata oggetto di trasferimento e riordino di funzioni conferite dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali.

La legge 365 incide direttamente e pesantemente su materie di competenza regionale. Il Consiglio provinciale sottolinea peraltro la contraddittorietà della legge che, "mentre nel titolo sembra limitare alle sole aree a rischio idrogeologico molto elevato, obiettivo condivisibile, l'applicazione delle norme più cogenti introdotte, nell'articolato invece questi vincoli vengono estesi a tutti i territori delle regione comunque danneggiate da calamità".
La mozione è stata illustrata da Vignoli.

"Mettendo tutto alla pari - ha spiegato Vignoli - la legge nazionale non ha tenuto conto delle diverse leggi regionali. Il taglio dei boschi avviene per legge nel periodo compreso tra il 14 ottobre e il 14 di aprile, ma la legge è entrata in vigore a metà dicembre, proprio nel mezzo del taglio dei boschi, sollevando problemi enormi".
L'assessore all'Agricoltura Mario Lastrucci, che ha proposto un emendamento, accettato, con il quale si invita la Provincia ad affiancare la Regione Toscana nel ricorso alla Corte Costituzionale, ha spiegato come, davanti alla legge 365, la Provincia di Firenze, dopo aver cercato di ridurre al minimo gli scompensi suscitati dalla legge, ha deciso di chiudere tutte quelle pratiche che erano state presentate agli uffici prima del 15 dicembre.

Le altre, circa 20 pratiche, sono state rinviate ai Comuni.
D'accordo con la mozione il consigliere di An Pier Giuseppe Massai che ha sottolineato la necessità di una legge organica sul vincolo idrogeologico: la legge 365 è stata emanata "in un momento emozionale", per i fatti accaduti a Soverato.
Convertendo in legge il decreto Soverato, ha osservato Fabio Filippini (Forza Italia), si registra l'espansione di una situazione specifica a tutto il territorio nazionale senza un'analisi dettagliata dello stesso.

Da considerare anche le possibili pesanti ripercussioni sul piano occupazionale perché "ci sono famiglie che vivono ancora oggi sul taglio del bosco". Il legislatore si è mostrato "lontano e assente" rispetto ai problemi concreti.
Per il capogruppo dei Verdi Sergio Gatteschi "la tutela del territorio deve muovere dal considerare gli equilibri tra ambiente urbanizzato e non. La Toscana è la seconda regione boscata d'Italia con un incremento delle zone boscate". Negli ultimi anni, peraltro, si è registrato un rapporto equilibrato tra gli uomini e la natura che li circonda senza trasformare la stessa in un museo.

C'è in questo il senso di una cultura, della quale il legislatore non ha tenuto conto elaborando la 365.
L'impostazione sviluppata da Gatteschi è stata condivisa da Eugenio D'Amico (capogruppo di Rifondazione comunista) che ha sottolineato come la Provincia di Firenze abbia uno strumento, il Piano territoriale di coordinamento, del quale si deve tenere conto. "Vorrei tuttavia conoscere - ha domandato D'Amico, ironizzando sul bilancio - quali politiche di salvaguardia del territorio abbia fatto la Provincia".
Il consigliere Massimo Marconcini (Comunisti italiani) ha evidenziato la cultura che è all'origine della mozione è ispirata alla salvaguardia del territorio, mentre la legge 365 finisce di fatto per non consentire la regolamentazione e lo sviluppo dello stesso.

In evidenza