Ex area Longinotti e referendum: interviene la maggioranza di Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 dicembre 2000 21:05
Ex area Longinotti e referendum: interviene la maggioranza di Palazzo Vecchio

Questo il testo dell'intervento dei capigruppo Riccardo Basosi (Democratici), Ugo Caffaz (DS), Gianni Conti (PPI), Giovanni Fittante (Per l'Ulivo in Toscana), Vittorio Foti (Rinnovamento Italiano-Lista Dini), Luigi Morelli (Udeur),Alessio Papini (Verdi), Nicola Rotondaro (Comunisti Italiani) sul referendum sull'ex area Longinotti:
«La conclusione della vicenda Longinotti consente un’analisi attenta degli effetti dell’applicazione degli strumenti di consultazione popolare. Il percorso amministrativo non concede per legge ulteriori incertezze o rallentamenti nel rilascio delle concessioni edilizie dopo l’ottenimento di tutti i pareri e nulla osta.

Siamo convinti che questo passaggio non significhi l’avere dimenticato le richieste formulate da questa maggioranza in ordine alla contestualità dell’esecuzione delle opere pubbliche, agli approfondimenti sulla mobilità e sull’inquinamento acustico, sull’attuazione dei provvedimenti a favore della costituzione di un centro commerciale integrato che si ponga in relazione con il tessuto commerciale esistente in tutta l’area e all’individuazione di una opportuna sistemazione che possa consentire la prosecuzione dell’esperienza sociale e culturale del centro popolare autogestito Fi-Sud.

Obiettivi che rimangono al primo posto nell’ambito dell’attuazione di questo progetto complesso e che sono parte integrante della qualità da ottenere nella realizzazione degli interventi programmati. Allo stato attuale il rilascio delle concessioni edilizie è atto dovuto sia perché obbligo di legge sia quale naturale conseguenza di una volontà politica chiaramente espressa. All’interno di questo quadro il referendum di consultazione popolare sostenuto da un centro destra titubante e poco convinto rientra nel novero delle valutazioni politiche che di questo progetto si possono fare in Consiglio Comunale come in tutta la città.

Il referendum consultivo, perché di questo trattasi e di niente altro come previsto dal regolamento comunale, può rappresentare uno strumento di valutazione politica sull’operato degli amministratori e sulla qualità degli interventi realizzati. Proprio il caso in questione rientra in questa lettura perché riguarda l’attivazione di un referendum a procedimento amministrativo ormai avviato ed una fase conclusiva, addirittura relativo ad una delibera di approvazione delle contro deduzioni.

Pertanto ben venga il referendum, che i cittadini possano dire la loro, perché in democrazia questo è un valore irrinunciabile, rimanga però chiaro che la responsabilità morale e politica, di chiamare al voto i cittadini per una decisione che non può avere alcuna influenza amministrativa, è dei promotori e di una destra populista che pretende di fare del giudizio su di un singolo atto amministrativo quell’idea alternativa di governo della città che non ha maturato. Con serietà occorre approfondire il tema della consultazione popolare con l’obiettivo da un lato di ricorrere a forme di consultazione popolare prima dell’avvio dei procedimenti e fissando gli argomenti per i quali renderne eventualmente obbligatorio il ricorso, dall’altro per evitare l’uso strumentale a soli fini elettorali di uno strumento così importante".

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