"Dobbiamo cogliere appieno la possibilita' di una ripresa economica che si preannuncia abbastanza prolungata per contribuire a risolvere i problemi strutturali ancora presenti nel nostro sistema economico e sociale". Lo ha detto l'assessore al bilancio e alla programmazione Marco Montemagni nell'intervento di apertura della conferenza di fine anno dell'Irpet. Montemagni, dopo aver evidenziato l'importanza del contributo scientifico offerto dall'Irpet, ha commentato i dati del Rapporto di fine anno.
"Il primo
elemento da sottolineare - ha detto - e' quello della ripresa di una fase di
crescita economica e occupazionale". "E' vero - ha aggiunto - che veniamo da
un periodo non particolarmente brillante, con tassi di crescita decisamente
contenuti, ma il recupero del 2000, che vede peraltro la Toscana alla testa delle
regioni piu' avanzate, e' certamente un messaggio positivo per la comunita'
regionale". Di identico segno anche i dati sul lavoro: "I segnali che provengono
dall'occupazione sono incoraggianti e rappresentano un elemento di successo
dovuto certamente alle politiche nazionali, che hanno costruito un contesto piu'
favorevole alla ripresa economica con una riduzione degli oneri finanziari e
con un aumento della flessibilita' regolata nei rapporti di lavoro, ma e' anche
frutto delle politiche regionali che hanno puntato, con la formazione e con un
efficace utilizzo dei fondi strutturali per le aree piu' deboli e per la creazione di
nuova imprenditorialita', a dare un nuovo scenario di sviluppo".
Il contesto cosi' favorevole deve pero' ora esser pienamente colto per risolvere
i problemi strutturali ancora presenti.
Montemagni li sintetizza in tre punti. Primo: la divaricazione presente tra diverse aree territoriali della regione. L'assessore ricorda, per esempio, come l'area della costa, pur avendo interrotto il processo di deindustrializzazione, e assistito al rilancio di settori tradizionali o all'apertura di nuove aree di sviluppo, non e' ancora al passo con la forza produttiva dell'area centrale della regione. Secondo: e' decisivo sostenere un processo di innovazione e di ristrutturazione del sistema di imprese con particolare riferimento a quella della moda, fondamentale motore produttivo della regione.
Terzo: la difficile inclusione nel cuore dello sviluppo di alcune
categorie sociali, in particolare i giovani, le donne e gli immigrati. "Uno
sviluppo di qualita' - sostiene Montemagni - non puo' considerare come
naturale questa differenziazione. Alle imprese dobbiamo garantire un contesto
favorevole, condizioni di flessibilita' contrattata nel mercato del lavoro,
sostegno formativo dentro e fuori delle imprese, ma dobbiamo anche richiedere
un salto di innovazione per mettere la qualita' delle risorse umane, e quindi del
pieno riconoscimento dei diritti, al centro della propria strategia competitiva".
In conclusione Montemagni ha richiamato il valore della concertazione per le
strategie di sviluppo economico: "La Regione - ha detto - si appresta a
rilanciare e rafforzare questo modello di programmazione e di intervento per la
qualificazione dello sviluppo locale".