Giovedì al Puccini i comici selezionati da Claudio Bisio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2000 14:52
Giovedì al Puccini i comici selezionati da Claudio Bisio

Ultimo appuntamento giovedì 23 novembre alle ore 21.00 con la rassegna di teatro comico "Dai Navigli al Mugnone: Facciamo Cabaret". Selezionati da Claudio Bisio, al suo secondo anno di direzione artistica del teatro fiorentino, i comici che saliranno sul palco del Puccini porteranno in scena il delirio verbale che caratterizza i loro personaggi in un allegro calembour di immagini. Vedremo in scena Max Pisu - l'imprevedibile Tarcisio, protagonista della nota trasmissione Zelig di Italia1 - e Natalino Balasso - l'attore porno che si piega alle esigenze della produzione.

Artisti differenti per natura, carattere e formazione, Max Pisu e Natalino Balasso si fanno protagonisti di due monologhi teatrali che coniugano alla comicità dirompente dell'invenzione linguistica la vena più surreale dell'immaginario comico.
Max Pisu in "Tarcisioscopia - viaggio all'interno di Tarcisio - una conferenza a cura del prof. Urbano Moffa".
Nel tentativo di comprendere i delicati meccanismi regolatori di una personalità complessa come quella di Tarcisio, il prof. Urbano Moffa, ha organizzato una serie di conferenze, in giro per l'Italia, in cui rendere nota l'esperienza e la conoscenza da lui sinora acquisita sulla personalità del soggetto: un uomo sulla trentina, che da diversi anni ormai soffre di una sindrome di sdoppiamento della personalità.

In questo clima si svolge lo spettacolo di Max Pisu, che dopo i successi della scorsa stagione televisiva si propone ora anche al pubblico teatrale. Rivisitando Tarcisio, il suo personaggio ormai molto amato dal pubblico, e analizzandolo dal punto di vista psicoanalitico, Max propone una divertentissima pièce teatrale scritta con Sergio Cosentino per la regia di Giancarlo Bozzo.
Natalino Balasso in "Il Balasciò"
Miglior comico italiano per autodefinizione, Balasso si esibisce per 90 minuti, la durata di una partita di calcio, ma senza intervallo.

Non vi sono gallerie di personaggi, non vi è una feroce critica alla società contemporanea, già capace di autocriticarsi abbondantemente, non vi è prova di attore né laboratorio itinerante. Ci sono solo un microfono, un comico e una irrefrenabile attrazione per la risata. Lo spettacolo tratta il pensiero dai primordi alla catastrofe, dalla preistoria a Fiorello. Il materiale dello "sciò" è costituito, come direbbe Quevedo, da sogni e visioni.

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