Teatro Studio di Scandicci: il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 novembre 2000 18:03
Teatro Studio di Scandicci: il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza

Vent'anni dalla morte di Rodari: un tempo trascorso a collocarlo tra i grandi della nostra letteratura, uno tra gli italiani più tradotti nel mondo. La graduale riabilitazione dell'establishment ha avuto il suo punto alto proprio quest'anno; e proprio qui a Scandicci, nel mese di marzo in un convegno nazionale, l'allora Ministro Berlinguer, ha ricordato la portata politica, culturale e scientifica del suo lavoro. Non a caso, oggi, l'autore de "La grammatica della fantasia", è presente in tutti i libri di testo delle scuole dell'obbligo. "Andiamo a teatro.

Bambini e ragazzi al centro della scena" è un invito ad uscire di casa, a lasciare la scuola, le proprie certezze e i propri saperi ed incontrare il mondo dell'arte, con le sue inquietudini, le sue certezze, le sue bellezze. L'arte del teatro, che più di altre si è confrontata con l'immaginario dei bambini e dei ragazzi, ha raggiunto in questi ultimi anni importanti risultati.
Nove spettacoli di livello artistico e resa spettacolare rivolti ad un pubblico che, alternativamente, va dai 3/4 anni fino ai 16/17.


Due nuove produzioni della Compagnia Piccoli Principi, residente da molti anni a Scandicci; alcune esclusive per la Toscana; 8 incontri con gli artisti presenti in rassegna, che vanno a disegnare una sorta di seminario di formazione sullo stato di salute del teatro-ragazzi oggi in Italia; un incontro regionale su "A cosa serve il teatro ai bambini e ai ragazzi?"; una piccola rassegna conclusiva di prodotti inediti realizzati da 6 scuole di Scandicci seguiti, nel corso dell'anno, dalla Compagnia Piccoli Principi.
Un progetto ampio ed ambizioso che segna una svolta del Teatro Studio: la scommessa di diventare un punto di riferimento in Toscana nell'ambito della ricerca di nuovi linguaggi artistici pensati proprio a partire esplicitamente dall'immaginario infantile.
La rassegna si apre con una produzione internazionale che vede coinvolto principalmente il Teatro Studio: "La magia delle immagini: la storia dell'arte raccontata ai ragazzi" di e con Alessandro Libertini.

Una rivisitazione del percorso compiuto dall'arte visiva dalla preistoria ai nostri giorni, una lezione/spettacolo giocata sui toni della leggerezza sullo sfondo di un apparato filologico e scientifico di estremo rigore. Uno spettacolo in grado di coinvolgere bambini di 8/9 anni e di intrigare adolescenti delle scuole superiori, uno spettacolo a più livelli che qualcuno, in ambito di prova-aperta, ha auspicato possa diventare "obbligatorio" per gli insegnanti, in quanto centrato sul rapporto tra arte e didattica.
La Compagnia L'Asina sull'isola è presente con due lavori, il primo (Uovo vagabondo) rivolto ai più piccoli e centrato sul tema ispiratore della nostra rassegna (chiusura/apertura), il secondo (Al sig.Rodari) segnato dall'immaginario dello scrittore di Omegna (Novara).
Storie Zip di Giallo Minimal Teatro e TPd'O è uno degli spettacoli più apprezzati ed intriganti: lo scorso anno è stato riconosciuto con il più importante riconoscimento in Italia, lo Stregatto.

Il tema è la multimedialità e la rivisitazione, in questo ambito, del racconto infantile.
L'ultima produzione di Sipario Toscana Fondazione "Mondo cane (grazie Snoopy)" si caratterizza per il dialogo tra divertimento e amara riflessione sul rapporto odierno "adulti/bambini", ispirandosi liberamente alle strisce di Schultz, indimenticato autore dei Peanuts.
Pimpa, inventata da Altan, è diventato uno dei personaggi più amati dai nostri bambini (soprattutto nella fascia 3/8 anni). Il Teatro dell'Archivolto di Genova ne presenta la sua rivisitazione teatrale, costruita con la collaborazione di Altan, Altan che sarà presente a Scandicci per "battersi a disegno" con una scuola dell'infanzia.
Chiudono la rassegna due spettacoli che guardano più all'inquietante mondo degli adolescenti: Scabia dedica un suo straordinario scritto proprio alla capacità della fantasia di ripensare il presente e le questioni irrisolte della nostra esistenza; presente che irromperà con tutta la sua carica problematica ne "La storia del razzismo raccontata a Lucia" tentativo di scomporre e analizzare l'architettura del pregiudizio e della consuetudine (…Un pulcin così pensò, e nel guscio si tappò…).
Gli incontri con gli artisti saranno un'occasione utile per gli operatori del settore (dagli insegnanti agli attori ai genitori) per indagare le potenzialità inespresse del teatro nel dialogo con l'infanzia e l'adolescenza.
Si cominicia dunque sabato 11 e domenica 12 novembre alle ore 17.00 - recite scolastiche l'8,il 9 e il 10 novembre alle ore 10.00 - la prima nazionale della nuova produzione della Compagnia Piccoli Principi ³La magia delle immagini: la storia dell'arte raccontata ai ragazzi².

Lo spettacolo è interpretato da Alessandro Libertini , che ne è anche l'autore, e si avvale dell'aiuto regia di Véronique Nah, e della collaborazione alla drammaturgia di Christian Carrignon del Théâtre de Cuisine di Marseille.
Un'altra coproduzione europea dei Piccoli Principi con l¹Istituzione Servizi Culturali del Comune di Scandicci e la Regione Toscana, e i partner francesi la Ville de Saint-Etienne: L'Esplanade Jeunes Public et le Musée d'Art Moderne, et Massalia Théâtre de Marionnettes di Marseille, che debutterà in Francia al Musée d'Art Moderne de Saint-Etienne dal 27 novembre al 1° dicembre.
Lo spettacolo è indicato per un pubblico di piccoli e grandi spettatori a partire da 8 anni.
I Piccoli Principi tra teatro e didattica
Il termine ³didattico² accostato a ³spettacolo² suona spesso negativo.

Eppure non può che dirsi didattico tutto il teatro che invita il proprio pubblico a riflettere su di un problema, a comprendere una situazione, ad adottare una certa attitudine morale o politica. Come non può che essere didattico tutto il teatro che mira ad ³istruire²: a dividere e condividere col pubblico gli elementi costitutivi della propria cultura.
Le ragioni di una certa istintiva diffidenza nell¹accostare i due termini derivano probabilmente dalla strumentalizzazione che di questo binomio hanno fatto molti regimi totalitari.

Dovrebbe comunque fare pensare che fu proprio Hitler che ordinò la chiusura del Bauhaus, la scuola fondata da Gropius in cui insegnarono tra gli artisti più geniali del nostro secolo, il cui programma traeva la sua forza rivoluzionaria proprio dal coniugare didattica ed artisticità. Utilizzare le più raffinate tecniche della didattica mettendole al servizio della naturale propensione alla sovversione dell¹arte può dare effetti esplosivi.
Hitler intuì che lasciando libero campo a questo genere di sperimentazione avrebbe favorito un pericoloso processo di emancipazione nei giovani.
Viene da domandarsi, alla luce di queste considerazioni, se non valga la pena di riflettere ulteriormente sul rapporto tra l¹insegnare e il fare arte.

Molti insegnanti traggono spunto dai meccanismi creativi dell¹arte per affinare le loro tecniche d¹insegnamento. E¹ di gran lunga minore il numero degli artisti che guardano al lavoro dell¹insegnante per trarne stimoli di ricerca. Eppure molte possono essere le affinità: la radice sostanzialmente educativa, ad esempio, che porta le due discipline a concentrarsi sugli effetti del loro agire nella società; la centralità del rapporto con l¹interlocutore che spinge gli artisti ad interrogarsi sulle aspettative del pubblico di una sala di teatro e gli insegnanti su quelle degli alunni, sul loro bisogno di sapere ma anche sul loro bisogno di esprimersi.
Il programma di attività che la compagnia Piccoli Principi propone per la stagione teatrale 2000 / 2001 al Teatro Studio di Scandicci è interamente incentrato su questi temi.

A novembre la nuova produzione dal titolo emblematico: La magia delle immagini, la storia dell¹arte raccontata ai ragazzi. Una giocosa finta lezione sulla storia dell¹arte occidentale dalle origini ai nostri giorni: quarantacinquemila anni di storia riassunti in poco più di sessanta minuti. Dopo gennaio ancora un nuovo allestimento della Compagnia: Sirenetta di e con Véronique Nah. Lo spettacolo, liberamente tratto dalla celebre fiaba di Andersen, sarà rappresentato nelle scuole per l¹infanzia di Scandicci.

La pratica del fare arte, nella letteratura e nel teatro, si incontrerà col lavoro degli insegnanti e con l¹attività di promozione della lettura condotta dalla biblioteca comunale di Scandicci.
La stagione si chiude a maggio con la rassegna: Studi al Teatro Studio. La rassegna presenta sei spettacoli interamente realizzati dai ragazzi di alcune classi delle scuole di Scandicci, coordinati dai loro insegnanti e seguiti dagli artisti Alessandro Libertini, Patrizia Mazzoni e Véronique Nah.

L¹allestimento degli spettacoli prevede un lavoro di ricerca ed analisi delle possibili integrazioni tra le metodologie proprie della didattica e quelle della pratica artistica.
L¹obbiettivo è la realizzazione di spettacoli che esprimano al meglio la realtà complessa dei loro autori: i ragazzi, gli insegnanti, gli artisti.
Opere d¹arte costruite all¹insegna della leggerezza, che si diano al pubblico dei genitori, dei colleghi e dei curiosi.

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