An interviene sul consorzio di Bonifica delle Colline del Chianti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2000 15:46
An interviene sul consorzio di Bonifica delle Colline del Chianti

«Nel 1997 la Regione Toscana assegnò all’ex Consorzio di Bonifica della Val di Pesa anche i territori dei bacini dell’Ema, della Greve, le zone del Vingone, Scandicci, Badia a settimo e la parte di Firenze che si trova sulla riva sinistra dell’Arno -intervengono la consigliera di An Gaia Checcucci e l'onorevole Simone Gnaga- Il Consorzio cambiò nome (Consorzio delle Colline del Chianti) e una fetta consistente di cittadini che vivono nelle suddette iniziò, insieme a quelli che già c’erano, ad essere chiamata a pagare una tassa bonifica.
Un territorio di circa 70.000 ettari a fronte del precedente di meno della metà, un Consorzio che cambia nome senza tuttavia fare realmente in modo adeguato ciò che dovrebbe e che non è più certo la bonifica.

E allora perché si paga?
Il Consorzio nasce per la bonifica agraria ma cessata tale attività invece che essere dismesso viene tenuto in piedi - come la maggior parte di questi carrozzoni ed enti che pur non facendo più quello per cui sono stati creati cambiano nome e un po’ l’attività, continuando a costare alla collettività – ed adempie (si legge nei bollettini di pagamento) alla manutenzione di opere di bonifica, idrauliche e miglioramento fondiario.
La filosofia del Consorzio per la Bonifica è in contraddizione con ciò che serve e deve essere fatto anche in questi territori e che si sostanzia in interventi per la diminuzione del rischio idraulico per i quali vi sono ingenti fondi da parte dello Stato, Regione, Provincia e Comuni.

Provvedano quindi pure gli Enti Locali competenti agli interventi necessari per prevenire rischi idraulici che i nostri fiumi possano arrecare ecc. ……., ma che senso ha mantenere in piedi un Consorzio e tutta la sua struttura che costano non poco (basta vedere i bilanci) per una attività che esso fa solo in minima parte perché il territorio di riferimento è troppo vasto; un’ attività che non è quella per cui è nato; un’ attività che fa pagare sotto forma di una tassa che è essa stessa illegittima.
L’illegittimità di questo tributo non è un’ opinione personale bensì fu la stessa corte che qualche anno fa lo affermò, sostenendo che un tributo di questo tipo può essere richiesto solo se si provi che il beneficio che in teoria l’intervento di “bonifica” arreca all’immobile, si traduce in un aumento di valore dell’immobile stesso il cui proprietario è soggetto al tributo.

Da qui ne deriva che ad oggi questa tassazione è illegittima ed iniqua.
Come se non bastasse, a dimostrazione della non volontà di smantellare questa struttura che evidentemente pur non funzionando incamera soldi dei cittadini, è giusto che si sappia che in Comune a Firenze è stata approvata all’unanimità una Mozione in cui si chiede espressamente la riforma del sistema di manutenzione idraulica e la trasformazione dei Consorzi di bonifica in strutture diverse… e che gli Enti Locali (Regione e Provincia in primis) provvedano ad adempiere alle funzioni che hanno in materia idraulica senza aggiungere alla già pesante vessazione fiscale un tributo speciale.
Nel frattempo cosa succede invece? Accade che arrivano bollettini da pagare del Consorzio delle Colline del Chianti (illegittimi per i motivi detti), come se niente fosse successo, e che in alcuni di essi vi sono tributi su immobili che non sono più della persona a cui arriva il bollettino perché la proprietà è cambiata.

Alla legittima contestazione di alcuni cittadini è stato risposto che i dati non sono aggiornati e che sono gli stessi cittadini che devono dimostrare che non sono più proprietari con i fogli e le mappe che servono.
All’illegittimità del tributo si aggiunge la sfrontatezza di chi non si sobbarca neanche l’onere di verificare se colui a cui chiede soldi è proprietario o meno, sperando forse che prevalga la fatica di recuperare tutta la documentazione e che si paghi comunque invece dimostrare che non è dovuto.


Questa situazione che si è venuta a creare è davvero la dimostrazione che le uniche strade che si possono percorrere per vedere riconosciuti i propri diritti sono quelle giudiziarie. Alleanza Nazionale ha intenzione di portare avanti questa battaglia anche nelle sedi giudiziarie amministrative, visto che quelle politiche non sono sufficienti, nonostante che vi fosse l’unanimità e, nonostante che lo stesso Presidente del Consorzio Stefano Fusi, che è il Sindaco di Tavarnelle, abbia riconosciuto nel corso di un’ audizione in commissione a Palazzo Vecchio queste anomalie.

Lui è il Presidente, se ritiene che le valutazioni contenute nella Mozione approvata da tutti a Firenze siano giuste, dia il buon esempio invitando la Regione a risolvere il problema una volta per tutte, nel mentre sospenda la richiesta dei pagamenti di questo tributo.
Chiederò espressamente la sospensione del tributo con una Interrogazione, nel frattempo l’Onorevole Simone Gnaga presenterà una Interrogazione alla Camera e insieme ci mobiliteremo in tutte le sedi istituzionali per combattere questa iniquità».

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