Cantieri dell'Alta Velocità: i documenti ARPAT sul tavolo del Dipartimento prevenzione dell'ASL quasi due anni dopo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2000 09:43
Cantieri dell'Alta Velocità: i documenti ARPAT sul tavolo del Dipartimento prevenzione dell'ASL quasi due anni dopo

Ieri l'Associazione Idra ha consegnato al Dipartimento Prevenzione dell'Azienda Sanitaria di Firenze il lungo testo delle "Osservazioni sullo Studio di Impatto Ambientale TAV, penetrazione urbana di Firenze", redatte dall'ARPAT.
Un'analisi dei cui frutti i responsabili per l'Igiene Pubblica dell'ASL non hanno potuto avvalersi, per il semplice fatto che non l'avevano ricevuta, nonostante che essa rechi la data del 30 settembre '98 (praticamente due anni fa!).
Un'analisi non particolarmente tenera, quella dell'ARPAT, visto che già in premessa si legge: "lo studio di impatto ambientale per il tratto compreso fra Campo di Marte e il Comune di Sesto avrebbe dovuto essere valutato contestualmente, perché risulta veramente difficile valutare separatamente i due lotti stante la interconnessione degli stessi, la sovrapposizione temporale delle realizzazioni, la presenza di matrici comuni e la possibilità di scelte che potrebbero incidere in maniera inferiore sull'impatto ambientale dell'opera stessa".

Una premessa seguita da una quantità ragguardevole di annotazioni critiche sulle incongruenze, le lacune, le ambiguità e le omissioni del progetto.
"La mancanza di valutazione di impatto delle opere connesse alla realizzazione dell'opera ferroviaria rappresenta una lacuna particolarmente grave; infatti, molte di queste opere sono destinate a modificare in maniera sostanziale la vivibilità di intere zone alcune delle quali sono oggi interessate da un clima acustico molto migliore di quello medio della città di Firenze".
Anche se ha dovuto prescindere dai dati e dalle indicazioni prodotte dall'ARPAT (quanto tempo, energia e denaro si spreca ancora nei nostri uffici pubblici!), l'ASL ha tuttavia elaborato un proprio primo piano di intervento per affrontare la maledizione della cantierizzazione TAV in piena città di Firenze.
Vediamone alcuni passaggi.
"A nostro giudizio lo studio di VIA ha sottovalutato quale impatto complessivo possa avere la messa in cantiere dell'opera e come le difficoltà temporanee, ma a lungo termine, sulla mobilità cittadina e non solo, possano pesantemente incidere sulla qualità della vita.
Si ritiene pertanto importante, per una idonea valutazione e conseguente gestione del rischio, approfondire l'analisi di tali problematiche, tenendo oltremodo conto dell'interazione funzionale che inevitabilmente si creerà tra i cantieri TAV, la tramvia Firenze-Scandicci, la terza corsia autostradale e tutte quelle opere intimamente connesse alle stesse".

Si tratta, come si vede, di una severa nota di biasimo.
Responsabilmente, l'ASL fa notare come il progetto Alta Velocità di Firenze sia stato approvato sulla base di una Valutazione di Impatto ambientale che "pur rispettando nella fase procedurale quanto previsto dalla vigente legislazione, rimane purtroppo limitata ad analisi di modelli previsionali sulle trasformazioni e variazioni delle matrici ambientali (rumore - aria - suolo - acque), che mai potranno prendere in considerazione l'impatto globale della simultanea apertura dei cantieri nell'area urbana.

I cantieri, infatti, andranno ad incidere soprattutto su una circolazione viaria già di per sé sofferente, a causa della conformazione urbanistica della città, e critica in relazione all'inquinamento acustico ed atmosferico ad essa legato".
Per tutti questi motivi, l'ASL "ritiene indispensabile mettere in opera un sistema di sorveglianza su alcuni fenomeni indicativi dello stato di salute e/o della qualità della vita della popolazione nonché un'accurata valutazione dei dati ambientali; ciò risulta particolarmente importante perché, vista la lunga durata dei lavori, è possibile predisporre ulteriori interventi di mitigazione per situazioni di rischio evidenziate.

Un tale osservatorio, per l'ampiezza dei dati da trattare e la durata della rilevazione, necessita di appropriati finanziamenti, destinati ad un miglioramento nella qualità delle risorse ad oggi disponibili".
In relazione ai fattori di rischio individuati, l'ASL elenca le problematiche da ri-analizzare e rivalutare.
Rumore: "La valutazione dell'impatto acustico dovrà essere indirizzata non solo sui recettori classicamente ritenuti più sensibili, quali scuole, ospedali ed altre comunità, ma anche agli edifici di civile abitazione ritenuti più esposti alle attività di cantierizzazione.

E' bene ricordare come i livelli medi di inquinamento acustico rilevati in molte zone della città, siano già oggi ben oltre gli standard igienico sanitari ritenuti accettabili dall'OMS, raggiungendo quindi soglie di rischio per la salute della popolazione, in particolare per quanto attiene la probabilità di effetti extrauditivi".
Aria: "Analoghe considerazioni possono essere fatte per quanto attiene la qualità dell'aria; a causa infatti di un inevitabile incremento delle emissioni da traffico moto ed autoveicolare, e della polverosità, dovuta quest'ultima, oltre che direttamente ai molteplici cantieri, anche al transito di mezzi pesanti attraverso la viabilità locale, si avrà un incremento della concentrazioni degli inquinanti atmosferici con il rischio di superamento dei limiti di qualità e degli standard igienico sanitari per la tutela della salute pubblica.

In particolare si dovrà porre particolare attenzione all'incremento del particolato, sia grossolano (PTS), sia quello fine ed ultrafine ( PM10 e PM2,5) di diametro inferiore a 10 m, che risulta il più pericoloso, in quanto frazione respirabile che può penetrare fino alle vie respiratorie più profonde. Si ritiene in sostanza che, al fine di contenere al massimo tali ricadute negative, sia necessario implementare tutte quelle azioni preventive che consentano una razionalizzazione ed uno snellimento del traffico veicolare urbano, suburbano ed autostradale, prima della messa in cantiere delle opere previste".
Suolo e scarichi idrici: "In riferimento agli scarichi idrici dei cantieri si fa notare che non è stimato il sovraccarico dei reflui a cui verrà sottoposta la fognatura comunale che, si presume, dovrà essere il corpo recettore e che, già allo stato attuale, se non saranno terminati i lavori per la messa in opera dei nuovi collettori per la separazione delle acque pluviali da quelle nere, presenta evidenti e notevoli carenze; pertanto potrebbero evidenziarsi inconvenienti, anche a seguito di interruzione della falda idrica, in quanto, non solo i piani interrati, ma anche il piano terra degli edifici che si trovano a monte, sarebbero a rischio di allagamento.

Da ultimo si deve anche considerare che, in conseguenza delle opere di scavo, potranno manifestarsi infestazioni da roditori in zone solitamente esenti da queste, e di entità tale da poter costituire un problema rilevante".
Quali gli obiettivi dell'ASL, e le azioni ad essi collegate?
· "Dovranno essere definite le zone maggiormente a rischio sulla base dei parametri ambientali attesi, delle caratteristiche dei cantieri e delle esperienze maturate in situazioni analoghe. A questo scopo in fase preliminare è necessaria una valutazione congiunta dei progetti esecutivi con Comune e ARPAT".

Dunque, quel coordinamento e quella circolazione dell'informazione che oggi sembrano clamorosamente mancare.
· "Protezione della popolazione più vulnerabile dai vari fattori di rischio individuati. Per questo scopo è necessario prendere in esame nel dettaglio quelle strutture che necessitano di particolare attenzione (scuole, ospedali, residenze per anziani e comunità in genere) poste lungo il tracciato delle opere, nonché la cronologia dei lavori prevista e la loro presunta durata". Ricordiamo che, nelle osservazioni dell'ARPAT, si legge: "Le scuole Rodari e ITI Leonardo da Vinci non sono identificate come tali e quindi non è correttamente valutata l'interferenza del cantiere con la loro attività".
· "Adozione di protocolli di intervento prestabiliti fra i vari enti coinvolti nei confronti di prevedibili segnalazioni ed esposti dei cittadini in conseguenza dei disagi correlati alle varie opere".

Cioè capacità, trasparenza, tempestività e cura della legalità: ciò che tanto spesso si è sentito mancare in Mugello e a Sesto Fiorentino.
E' intenzione dell'ASL inoltre, tenere sotto controllo, durante e dopo il periodo dei lavori, l'andamento dei fenomeni per evidenziare eventuali variazioni. In base ai fattori di rischio individuati preliminarmente verrebbero presi in considerazione i dati relativi ai ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie, all consumo di farmaci specifici per patologie respiratorie, all numero degli incidenti stradali avvenuti a Firenze e all'aumento dei tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso, come indice delle difficoltà al traffico causate dai lavori.
Infine, "date le caratteristiche delle opere (lunga durata, localizzazione nel cuore di un tessuto tipicamente urbano e già "sofferente") si ipotizza di effettuare uno studio ad hoc sulla modifica della qualità della vita comparando alcune zone interessate con altre non interessate; infatti queste opere potrebbero incidere sotto diversi aspetti sulla qualità della vita dei residenti (aumento dei tempi di percorrenza, modifica dei percorsi e dei ritmi abituali, incertezza sul futuro della propria abitazione sia per quanto riguarda il valore economico che gli aspetti di fruibilità, oltre ai disagi legati al rumore, alla polverosità ecc.).


Uno studio di questo tipo è un campo completamente nuovo per i servizi di prevenzione per cui richiede una fase preparatoria impegnativa con una ricerca bibliografica accurata e piuttosto complessa, dovendo utilizzare fonti non usuali; successivamente dovrà essere predisposto un questionario e dovranno essere scelti i criteri e le modalità di campionamento prima di passare alla selezione del campione, all'effettuazione del interviste e all'elaborazione dei dati".

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