La settimana musicale da Bacchereto alle Cascine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2000 14:11
La settimana musicale da Bacchereto alle Cascine

Mercoledì 5 luglio all’Anfiteatro di Bacchereto (Carmignano – Prato) terzo appuntamento del Festival delle Colline, la manifestazione promossa dal Comune di Poggio a Caiano con la collaborazione della Provincia di Prato, del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, del Comune di Prato e del Comune di Carmignano.
Di scena, per l’occasione, una produzione originale di Toscana Musiche – associazione che raduna i principali festival della Regione – con il concerto di Macaco e Banda Ionica, ovvero la più interessante formazione del rock iberico 2000 insieme all’esplosiva band siciliana capitanata dal trombettista Roy Paci, già collaboratore di Manu Chao.

Un progetto all’insegna della Patchanka - frullatore degli stili musicali più disparati, metabolizzati per essere rielaborati con una altissima carica di energia sonora – che fonde il rock eclettico e viscerale dei Macaco con il sound elegiaco della Banda Ionica. Balzati agli onori della critica con il recente album El Mono en el Ojo del Tigre, i Macaco intrecciano sapientemente reggae, rap, melodie dub e percussioni incalzanti: dalle loro canzoni scaturiscono le immagini crude dei quartieri popolari di Barcellona, il barrio che si leva dal bar del porto e viaggia su per vicoli di grida e panni stesi, inebriandosi col calore disperato del Sudamerica in un irresistibile linguaggio di strada fatto di discorsi veloci e zeppi di "cabron".

Alla realizzazione del disco – contenente le hit Gacho el Pelon e Tio Pedrito - hanno collaborato Amparo e Muneco di Amparanoia, Mucho Muchacho di 7 Notas 7 Colores, Roberto Trujillo dei Sucidial Tendecies.
Al fianco dei Macaco, come detto, ci sarà la Banda Ionica, un ensemble diretto da Roy Paci e Rosario Patania, e composto da venti giovani musicisti siciliani: il gruppo si è formato tra le aule dei conservatori e le strade dei paesi, crescendo nella consapevolezza che musica è festa, e nello stesso tempo profonda spiritualità.

In attività dal 1997, la Banda Ionica è nata su ispirazione di Fabio Barovero, già fondatore del gruppo torinese Mau Mau, fisarmonicista e compositore. Affascinato dalle musiche che accompagnano, nel Sud d’Italia, le celebrazioni della Settimana Santa, Barovero ha scoperto, in quelle musiche, le… marce funebri: brani composti fra la fine del 1800 ed i primi anni del ‘900 da autori importanti e sconosciuti come Petrella o Vella, e che vivono nel nostro tempo dedicate alla celebrazione della passione.

La Banda Ionica ha registrato così, nel dicembre del 1997, il suo primo album, Passione. Le musiche eseguite sono le marce funebri oggi adottate dalle bande municipali soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia. Questi spartiti non vengono più eseguiti durante i funerali, ma sono l’accompagnamento indispensabile per le solenni processioni cattoliche della Pasqua che si snodano per le vie dei piccoli paesi o delle grandi città del Sud.
Il disco è stato recensito e apprezzato dalle riviste specializzate più importanti d’Italia e in Europa, e si presenta in molti sensi un “caso” nel panorama discografico italiano.

Il gruppo si prepara, per l’estate del 2000, ad esibirsi dal vivo. Nel 1999 alcuni brani tratti dal disco Passione di Banda Ionica sono stati inseriti nelle colonne sonore dei film “La Ragazza sul Ponte” di Patrice Leconte e “Liberate i Pesci” di Cristina Comencini.
Martedì all'Anfiteatro delle Cascine di scena i Good Thing.
Sono un Duo acustico di recente formazione ma di lunga esperienza, si sono uniti con il desiderio di ripercorrere gli emozionanti anni ’70 attraverso i brani più significativi dei gruppi rock, blues e pop, che hanno contribuito a rendere quel periodo indimenticabile.

Il loro progetto, sicuramente ambizioso, consiste non solo nel riproporre ai “nostalgici” la colonna sonora dei loro anni ruggenti ma, soprattutto, nel far sapere ai più giovani che alle loro spalle esiste un ricco giacimento di musica e conoscenza musicale molto spesso ignorato dai grandi canali di comunicazione. Il Duo Attinge dal miglior repertorio proposto da artisti quali Eric Clapton, Jimy Hendrix, Robben Ford, Ray Charles, Led Zeppelin e molti altri, senza dimenticare naturalmente i Beatles.


L’arrangiamento acustico dei brani fa emergere le caratteristiche ritmico-melodiche della musica di quegli anni, esaltandone l’aspetto più intimo. Alla voce ed alla chitarra si affianca spesso il contrabbasso di Francesco Cortese, talvolta il sassofono e l’armonica a bocca. I Good Thing sono Leonardo Tinti alla chitarra: da circa 20 anni svolge una intensa attività concertistica come lead guitar della Mojo Blues Band, formazione storica della scena blues italiana. E’ una vera autorità in fatto di chitarre, di cui possiede una magnifica collezione.

Alla voce Margherita Porretti: ha studiato vocalità rock e jazz con Francesco Rocchertti e Stefania Scarinzi. Dal 97 si dedica anche agli studi classici, nel repertorio medievale e barocco. Ha alle spalle numerose esperienze come corista. Fino al 97 era con i Funk Lab.
Dopo il successo dello scorso mese, a grande richiesta, tornano mercoledì 5 luglio sul palco dell’Anfiteatro delle Cascine i Moncler, la formazione fiorentina devota al sound degli anni ’80 ed abile nel riproporre brani di gruppi come Smiths, Duran Duran, Spandau Ballet… Il gruppo nasce nella primavera del ‘97, composto da musicisti che hanno vissuto gli anni clou degli ’80.

Stanchi dei tentativi di riesumazione del cadavere “Rock” (o forse no...), decidono che i tempi sono maturi, anche per il terzo-mondo-Italia, per arrivare a riciclare il vero suono di plastica nel tentativo nostalgico di ricreare un nuovo mondo finto dove ognuno è ciò che appare senza troppi pudori di alternativismo ipocrita. È così che rinascono storici gruppi come Duran Duran, Spandau Ballet, Wham!, Talk Talk, Eurithmics; singole perle come i Buggles della leggendaria “Video killed the radio star” accanto a vera e propria splendente spazzatura del calibro di Gazebo e Baltimora (!).

Il tutto cospira per comporre un caleidoscopio di pop-dance sorprendente e assolutamente inusuale. Andy, Fox e Lawrence rispettivamente tastiere, voce e basso sono edonisti e amanti del superfluo anche nella vita. Attorno a loro ruotano altri adepti del passato decennio: Kundalini, Rick, Mark, Gary e Blond contribuiscono a creare live performance di proporzioni bibliche dove tutto è votato alla logica del divertimento. Inutile tentare di capirli perché su di loro incombe un grosso autoironico punto interrogativo.

Tra i tanti brani che compongono lo spettacolo dei Moncler impossibile non citare Material Girl di Madonna Hungry like the wolf dei Duran Duran Everything she wants dei Wham! Wild Boys dei Duran Duran, Dance Hall Days Wang Chung, Sweet Dreams degli Eurithmics, Smalltown Boy dei Bronsky Beat.
Sul palco del locale delle Nozze di Figaro giovedì 6 luglio sarà la volta infatti di Paolo Martella, tra i più interessanti esponenti della scena musicale del Belpaese. L’ex leader dei Quartiere Latino proporrà al pubblico fiorentino la sua recente fatica discografica, Più Simile a Me, un album che, a due anni di distanza dall’esordio di Dove Mi Hai Portato, conferma la grande vena creativa dell’artista.

Paolo Martella è nato a Milano il 2 ottobre 1966. Per 13 anni ha suonato la batteria in gruppi rock dell'area milanese. Passa un anno e mezzo negli Stati Uniti ed al suo ritorno in Italia forma i Quartiere Latino, gruppo di cui è cantante, leader e autore di testi e musica. Dopo aver registrato due album con quel gruppo - "Prima di subito" nel 1993 e "Dove non si tocca" nel 1995 - e aver tenuto svariate decine di concerti in tutta Italia, le strade di Paolo Martella e del Quartiere Latino si separano.

Nel settembre del 1997 Paolo Martella ha pubblicato il suo primo album come solista, intitolato "Dove mi hai portato?", all'insegna di una fusione tra elettronico e acustico che prosegue il discorso portato avanti già con i precedenti album del Quartiere, ma arricchendolo ulteriormente con elementi di sperimentazione.

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