Democrazia e Memoria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2000 18:47
Democrazia e Memoria

Oltre seicento studenti in Palazzo Vecchio per parlare di memoria e democrazia, insieme al sindaco di Firenze Leonardo Domenici e all’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. L’occasione è stata il convegno internazionale su Democrazia e Memoria organizzato dal Comune di Firenze e dall’associazione per la storia e le memorie della Repubblica. Al convegno hanno partecipato i rappresentanti di gran parte delle comunità italiane e europee che hanno sofferto il passaggio della Seconda Guerra mondiale e della lotta per la Liberazione.

“ Ognuno di questi rappresentanti – ha detto il sindaco di Firenze - porta con sé il ricordo tragico di una strage consumata dalle truppe di occupazione naziste (spesso con l’aiuto dei fascisti locali) ai danni di popolazioni civili (compresi donne e bambini). Abbiamo scelto questa formula per strappare la trasmissione della memoria alla ritualità e al conformismo. Ci è sembrato particolarmente utile e efficace ridare la parola alle vittime.
Riportare al centro della scena gli uomini e le donne in carne ed ossa che hanno sofferto.

Ricostruire una storia dal basso, ripartendo dalle comunità locali, dove la storia si intreccia davvero con il ricordo personale”. Guardando i Gonfaloni delle tante città presenti, il sindaco ha ricordato che i massacri perpetrati dalla truppe naziste, aiutate dalla milizie fasciste, non erano il frutto di menti malate. “Quei soldati tedeschi non erano belve assetate di sangue: obbedivano a un ordine preciso e a suo modo ‘razionale’. Il terrore esercitato nei confronti delle popolazioni civili serviva a rafforzare un regime di dominazione militare straniero e a togliere spazio e consenso alla guerriglia partigiana.


Così come la Shoah non fu semplicemente il vertice di un progetto maniacale di creazione di un’identità ariana, ma il risultato di una concezione della politica e del dominio basato sull’asservimento dei popoli, sull’esaltazione della differenza e sulla volontà di distruggere ciò che è alieno, diverso, altro da noi. Il nazismo ha rappresentato, nella storia del secolo appena concluso, un concentrato di tutte le teorie dell’intolleranza. E’ stato la massima espressione della volontà di dominio sugli esseri umani, di distruzione contro l’altro, l’estraneo.

Di annientamento dell’altro culturale, etnico, religioso o politico che fosse”.
Ricordare che cosa è stato il nazismo, ha aggiunto Domenici, non è un semplice atto di rievocazione storica, ma ha un profondo significato per l’oggi, specie se osserviamo quanto accade in tante parti del mondo, e anche qui vicino a noi. “Di fronte ai massacri e genocidi cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, abbiamo il dovere di non lasciare che il significato della lotta per la democrazia cada nell’oblio.

Non possiamo lasciare che venga dimenticato che cosa sono stati e che cosa hanno prodotto il totalitarismo e l’autoritarismo nel Novecento”.
Rivolgendosi direttamente ai tanti ragazzi che affollavano il salone dei Cinquecento, Domenici ha sottolineato l’importanza dei diritti umani quale “bussola per guidarci nel futuro”. Da sole, ha ricordato il sindaco di Firenze. Internet e la globalizzazione “non daranno una vita migliore ai bambini dell’Africa e dell’Asia né un nuovo lavoro ai milioni di disoccupati europei.

Bisogna battersi perché ‘i diritti umani’ pervadano ogni campo del sapere e della ricerca, penetrino in tutti i campi delle relazioni internazionali, siano determinanti per valutare le responsabilità non solo dei singoli stati, ma anche degli attori privati, che, in questo mondo globalizzato, hanno non di rado un potere maggiore degli stessi governi. Per questo oggi si deve parlare di un nuovo forte binomio: Stato dei diritti, ovvero rispetto dei diritti umani quale presupposto della democrazia, e globalizzazione dei diritti.

Un concetto, quest’ultimo, che deve essere inteso nella sua duplice accezione di opportunità per tutti e di cittadinanza planetaria”.
Domenici, ha lanciato anche un’esortazione all’impegno ai giovani riuniti nel Salone: “Spesso oggi si dice che cadute le ideologia, i giovani non hanno più nulla in cui credere. E’ falso. Tutti noi, io per primo come sindaco, e voi ragazzi abbiamo molto da fare e in cui credere. Abbiamo la consapevolezza che la forza del nostro futuro sta nella forza dei diritti.

Abbiamo il compito di impegnarci affinché la democrazia e i diritti umani non conoscano confini o zone d’ombra, nel nostro paese, nei nostri stadi, in tutti paesi del mondo”.

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