Prato: un restauro da oltre 8 miliardi a Palazzo Banci-Buonamici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 maggio 2000 15:55
Prato: un restauro da oltre 8 miliardi a Palazzo Banci-Buonamici

Prevede la demolizione di 6.000 metri cubi di edifici aggiunti alla struttura qualche decina di anni fa il progetto di restauro (un’operazione che costerà oltre 8 miliardi) di Palazzo Banci-Buonamici, uno dei complessi più imponenti del centro storico di Prato, acquistato dalla Provincia con l’intento di farne la sede unica dei propri uffici ma an-che uno spazio aperto all’uso pubblico. “Ai progettisti, gli architetti Paolo Paoletti e Valerio Biagini, la Provincia ha chiesto espressamente un recupero architettonico e storico – ha spiegato nel corso di una confe-renza stampa che si è svolta questa mattina a Palazzo Novellucci l’assessore ai Lavori pubblici Maria Luisa Favi – Il complesso si articolava infatti in spazi chiusi, il palazzo vero e proprio, e spazi aperti, cioè un ampio giardino sul quale si affacciava la porzione ridise-gnata nell’Ottocento da Giuseppe Valentini, giardino che uno dei tanti proprietari, la banca Monte dei Paschi, ridusse a un terzo per costruire un salone.

Bene, l’ente ha fatto una scelta precisa senz’altro originale in un paese come l’Italia, scelta oltretutto che, privile-giando l’identità dell’edificio, ci ha privati di molti dei metri quadri oggi disponibili, tanto che è già stato acquistato un altro palazzo adiacente al Banci Buonamici per raggiungere il volume necessario ad uffici e personale”. Le linee del progetto esecutivo del restauro, che la Provincia conta di approvare entro l’estate per poi procedere alla gara d’appalto e all’inizio dei lavori entro l’anno, sono state illustrate proprio dall’architetto Paoletti, che ha sottolineato come il recupero del giardino pensile, l’unico esempio a Prato di queste dimensioni, sia uno degli aspetti più qualificanti del progetto, insieme alla trasformazione della porzione sotterranea del salone degli anni ’50 (che rimarrà sotto il giardino e che da esso prenderà luce attraverso delle nicchie) in una struttura per convegni perfettamente attrezzata con oltre 60 posti, al recupero di in-numerevoli affreschi del ‘600 e ‘700 e della loggia, che si affaccia anch’essa sul giardino, ora tamponata e, infine, del salone che il Valentini chiama “dell’Arancera”, la cui struttura originale a colonne, demolita dal Monte dei Paschi che lo divise in uffici con tramezzi, sarà sostituita da una moderna, in ferro, per recuperare l’ampiezza dell’ambiente e destinarlo a salone per il Consiglio provinciale.

Il palazzo, una volta completato il restauro, sarà però anche perfettamente in grado di ospitare gli uffici dell’ente: le strutture di servizio saranno tutte posizionate ai lati della corte interna e quindi sicure e raggiungibili per la manutenzio-ne dall’esterno e non vi saranno barriere architettoniche (sono previsti due ampi ascensori con accesso da via Ricasoli e piazza Santa Maria del Castello).

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