Mostra antologica di Costas Tsoclis

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 febbraio 2000 19:29
Mostra antologica di Costas Tsoclis

Sarà inaugurata al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci venerdì 18 febbraio alle ore 18. L'evento intitolato Liturgia costituisce la più ampia esposizione dedicata fino ad oggi in Italia all'artista greco.
Dopo la mostra di Gerhard Richter che ha avuto un grande successo, raccogliendo oltre tredicimila visitatori, questa nuova proposta prosegue nel lavoro di puntualizzazione del Centro sui maestri della contemporaneità.
Da oltre trent'anni Tsoclis è una delle presenze maggiori dell'arte del suo paese, nonché nome di spicco della ricerca visivo-ambientale internazionale.

Compiuti gli studi alla Scuola di Belle Arti di Atene, nel 1957 si trasferisce a Roma, dove con alcuni connazionali fonda il Gruppo Sigma e realizza i primi quadri informali. Artista della diaspora ellenica, agli inizi degli anni Sessanta è a Parigi dove firma un contratto con la galleria di Ileana Sonnabend rivelando un forte interesse per il Surrealismo. Nello stesso periodo lavora ai primi oggetti inserendo nel quadro elementi a trompe-l'oeil. Sostenuto da Alèxandros Iolas, nelle cui gallerie di Atene, Parigi e New York tiene tra il 1973 e il 1976 importanti personali, nel 1971 ha una parentesi di lavoro a Berlino dove soggiorna con una borsa di studio della D.A.A.D.

Negli anni in cui la sua ricerca si orienta verso l'assemblaggio di materiali quotidiani (carta di giornali, utensili da lavoro, scale, porte) e naturali (alberi, legno) ancora integrati in un contesto pittorico, fa la spola tra Atene e Parigi (1973-1983). Con i paesaggi marini esposti per la prima volta nel 1979 alla Galleria Desmòs di Atene, il suo lavoro raggiunge la pienezza espressiva e la cifra che si potrebbe definire classica. Sperimentatore inesauribile, nel 1986 Tsoclis è stato la grande rivelazione alla Biennale di Venezia dove ha rappresentato il suo paese con una complessa installazione fatta di pittura, oggetti, suono e video, che più tardi avrebbe ribadito in analoghe opere multimediali quali Medea e Artemis.

Con questi lavori Tsoclis può essere considerato l'iniziatore di quella living painting che negli ultimi anni ha avuto un largo seguito di adepti in tutto il mondo. Rientrato definitivamente ad Atene nel 1984, ha continuato fino ad oggi a prendere parte, con realizzazioni sempre più monumentali, a importanti rassegne internazionali.
Tra le innumerevoli mostre cui ha partecipato, ricordiamo le personali al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles del 1971, alla Kunsthalle di Düsseldorf del 1972, alla Pinacoteca Pierides di Atene del 1983, al Centro Macedone d'Arte Moderna di Salonicco del 1988, alla FIAC di Parigi del 1989, al Palazzo delle Esposizioni di Roma del 1996, al Portico di Eumenes (Acropoli) di Atene del 1997.

Tra le collettive citiamo le partecipazioni alla Biennale di Parigi (1963 e 1965), alla Biennale di San Paolo (1965 e 1967), al Moderna Museet di Stoccolma (1970), a Documenta di Kassel (1977), a Europalia di Bruxelles (1982), al Seoul International Art Festival di Seoul del 1990, al Metropolitan Museum of Photography di Tokyo del 1998 e al Tel Aviv Museum of Art di Tel Aviv del 1998.
La mostra di Prato, promossa ed organizzata dalla Direzione artistica del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci sotto l'alto Patrocinio del Ministero della Cultura Ellenico e in collaborazione con The J.

F. Costopoulos Foundation di Atene, è affidata alla cura di Giuliano Serafini, profondo conoscitore dell'opera di Tsoclis. Essa costituisce un'ideale cerimonia in dieci stazioni che l'artista, tra mito e autobiografia, celebra per rintracciare i segni della propria identità individuale e collettiva, tema peraltro ricorrente nell'arte greca moderna e contemporanea. Il percorso si svolge attraverso Cento rubinetti che stillano in cento secchi, Oggetti e situazioni in prospettiva, Bianco Grigio Nero, Alberi, San Giorgio, Deposizione dalla Croce, Artemis, il ciclo dedicato all'archetipo del mare (Specchio come mare, Barca, Immenso paesaggio marino) e Prima e dopo, l'opera eseguita espressamente per questa mostra che è una metafora dei traumi fisici e politici vissuti recentemente dal suo paese. Esprimendo la necessità di coniugare la creazione artistica con l'opera totale, Liturgia restituisce risonanze mitologiche all'elemento fisico (l'acqua, l'albero, la terra, la luce, il sangue) nella suggestione di una teatralità evocata dallo strumento tecnologico e secondo un progetto appassionatamente vissuto che intende ricostituire la perduta unità tra universo fisico e metafisico subita dalla coscienza occidentale.

Ma allo stesso tempo attesta la sacralità dell'esistenza fenomenica, che è alla base del pensiero greco di ieri e di oggi . In un momento storico in cui l'arte sembra avviarsi verso l'apolidismo più assoluto, l'opera di Tsoclis ripropone dunque l'istanza delle radici e dell'appartenenza suggerendo, contro la globalizzazione dei linguaggi, un'ipotesi antica e insieme modernissima di universalità.
La mostra è aperta dal 18 febbraio 2000 al 30 marzo 2000, con il seguente orario: tutti i giorni (chiuso il martedi'), dalle 10 alle 19 (la biglietteria chiude alle 18:30).
Per informazioni sulla mostra potete telefonare tutti i giorni, dall 10 alle 19, al numero: 0574-5317 oppure scrivere all'indirizzo di posta elettronica ufficiostampapecci@po-net.prato.it

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