A Pisa domani flash mob dei negozi

Cellai (FI), Bocci (coordinatore centrodestra) e Draghi (FdI): “A Firenze non un soldo alle imprese in difficoltà, perché?”. I leghisti Alessandro Scipioni e Filippo La Grassa: "Il governo non può ignorare il grido di disperazione e dolore che arriva dalle categorie, dagli imprenditori, dal popolo delle partite iva"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 maggio 2020 16:02
A Pisa domani flash mob dei negozi

Alza la saracinesca. Appendi la locandina. Accendi la luce del tuo negozio. Scatta una foto e postala sui social con l'hastag #riaprimoilcommercio #riaprimoipubbliciesercizi. Poche e semplici le istruzioni per commercianti e imprenditori che vogliono aderire al flash mob di protesta in programma lunedì 4 maggio. E' Confcommercio Provincia di Pisa a lanciare l'invito alla mobilitazione con lo scopo di “portare all'attenzione del Governo la tremenda necessità di far ripartire l'economia, anticipando la riapertura di tutti i negozi al dettaglio al 4 maggio e di tutti i pubblici esercizi al 18” - annuncia la presidente Federica Grassini che sottolinea come “l'apertura a giugno di bar e ristoranti porterà a 34 miliardi di perdite, un terzo di tutto il fatturato del 2019 e una media tra il 20% e il 30% di negozi rischia di non riaprire mai più”.

Il flash mob si svolgerà dalle 10.30 alle 13 all'ombra della Torre e in tutta la Toscana, e chi aderirà è autorizzato ad aprire il negozio senza vendere o far entrare i clienti. Momento istituzionale alle ore 12, presso la sede di Confcommercio Pisa in via Chissatello. Saranno presenti, oltre i vertici dell'associazione, a partire proprio dalla presidente Federica Grassini, anche il sindaco di Pisa Michele Conti, il vicepresidente vicario di Confcommercio Alessandro Trolese e la presidente di ConfRistoranti Daniela Petraglia.

“Sarà l'occasione per fare il punto della situazione delle nostre richieste e presentare il dossier sull'economia pisana alla luce delle conseguenze disastrose Covid-19, che consegneremo al Prefetto di Pisa con destinazione Roma, Palazzo Chigi, Giuseppe Conte” - aggiunge Grassini: “Se le curve e i grafici della guerra sanitaria per fortuna stanno scendendo, purtroppo quelle delle crisi, delle chiusure e della sfiducia stanno crescendo esponenzialmente.

Il Centro studi di Confcommercio stima un crollo prudenziale dei consumi pari a 84 miliardi di euro, con oltre tre quarti della perdita dei consumi concentrati in pochi settori di spesa: vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti. Questi ultimi due, in particolare, sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi di alloggio e -33,3% per bar e ristoranti”.

“Il Sindaco di centrodestra di Pisa Michele Conti ha recentemente presentato il piano varato dalla Giunta “Riapri Pisa” che prevede 700.000 euro di contributi affitto per le attività commerciali, azzeramento Cosap per l’intero 2020, fondo di abbattimento di 500.000 euro per l’abbattimento della Tari per le imprese, apertura Ztl estiva ( ad eccezione del centro storico ) e sosta gratuita di due ore in due parcheggi importanti -intervengono a Firenze Jacopo Cellai di Forza Italia, Ubaldo Bocci, Coordinatore del centrodestra, e Alessandro Draghi di Fratelli d’Italia- Il Sindaco del Pd di Lucca Alessandro Tambellini ha presentato un piano simile sugli affitti e sull’abbattimento Tari per le attività commerciali mettendo 600.000 euro su entrambe le cose.

Anche a Lucca la Cosap è stata azzerata per tutto il 2020 ed è stata riaperta parte della Ztl, la zona B, oltre alla gratuità h24 di due importanti parcheggi. Il Sindaco di Firenze Dario Nardella non ha presentato ad oggi alcuna misura economica diretta, non c’è alcun fondo per contributi alle attività commerciali. Ha fatto una serie di richieste sulla scia di quelle rivolte da Anci al Governo, di finanziamenti straordinari ai Comuni, di fondi per le città turistiche come Firenze e di revisione delle regole di spesa dei bilanci comunali, aggiungendo la richiesta di modificare la normativa affinché si possa ricorrere all’indebitamento anche per finanziare la spesa corrente, mettendo a garanzia il patrimonio immobiliare comunale.

Per il resto l’unica iniziativa in favore delle attività commerciali è stata lo spostamento della scadenza della prima rata Cosap e Tari al prossimo giugno con l’impegno a stornare dall’importo il periodo di chiusura delle attività imposto per legge. Una scadenza di fatto impossibile da rispettare per le attività, tenendo presente che parte di esse riaprirà il 4 maggio e parte soltanto il 1 giugno, tanto che il Consiglio Comunale su proposta di Forza Italia ha approvato lo spostamento della scadenza di giugno al mese di ottobre, con l’auspicio di dilazionare nel 2021 le successive rate come richiesto da Fratelli d’Italia.

Inoltre è necessario sollecitare tramite l’Anci il Governo centrale al fine di poter sospendere le procedure di riscossione coattiva dei tributi locali fino al 31/12/2020, sospensione da riferire alle attività commerciali/economiche (ad esclusione dei Centri Commerciali e supermercati) e agli utenti privati che hanno diminuito il reddito a causa dell’emergenza Covid-19. Nessun accenno da parte di Nardella alla revisione della Ztl a differenza di moltissimi altri sindaci meno ‘integralisti’ e neppure alla gratuità dei parcheggi, prevedendo solo la riduzione della tariffa del parcheggio di piazza Stazione. Se a Firenze non c’è un soldo da mettere come contributo una ragione ci deve essere.

Certo, il Comune ha messo a bilancio entrate strettamente legate al turismo, 67 milioni soltanto di imposta di soggiorno e ticket bus e 60 milioni da multe e queste entrate in larghissima parte mancheranno, ma questo non dovrebbe giustificare la totale mancanza di liquidità. Pisa e Lucca hanno utilizzato gli avanzi di amministrazione disponibili per finanziare i loro interventi in questa fase di emergenza. Perché Firenze non lo fa ? E’ una scelta politica o non c’è alcun avanzo disponibile? E se così fosse perché? E’ forse colpa della rata annuale di oltre 5 milioni di euro che paghiamo per rientrare dal disavanzo rilevato dalla Corte dei Conti a seguito dell’introduzione della nuova normativa contabile del bilancio “armonizzato” ? Vogliamo chiarezza”.

Il governo estenda, “nel primo provvedimento utile, il credito d’imposta ai soggetti esercenti attività d'impresa, garantendo ai conduttori, per i mesi di marzo-aprile, un congruo lasso di tempo per poter provvedere al pagamento dei canoni di locazione scaduti e non pagati in conseguenza del lockdown”, ovvero, in alternativa riconosca “ai locatori degli immobili delle categorie catastali interessate analogo credito d’imposta”. Così, in un’interrogazione, i deputati di Forza Italia, Maurizio D’Ettore e Stefano Mugnai.

Nell’atto ispettivo si specifica che il “credito d'imposta nella misura del 60 per cento dell'ammontare del canone di locazione” attualmente è limitato alle “attività imprenditoriali svolte in immobili della categoria catastale C/1 (negozi e botteghe)”, estromettendo “dal beneficio moltissime attività comprese in altri fondamentali comparti, parimenti colpiti dalla grave crisi sistemica connessa alla pandemia da Covid-19. Tra le attività commerciali escluse, di particolare rilievo assume un settore, altamente complesso e concorrenziale, quale l’Automotive: dalle officine per la riparazione di autoveicoli, agli impianti per lavaggio autovetture (C/3), garage e autorimesse (C/6), ai concessionari d’auto (D/7)”.

"Siamo fieri di quanto sta facendo il gruppo parlamentare della Lega sia alla camera che al Senato. In questo momento il governo non può ignorare il grido di disperazione e dolore che arriva dalle categorie, dagli imprenditori, dal popolo delle partite iva, dal paese reale". Lo dichiarano congiuntamente i consiglieri metropolitani leghisti del gruppo Centro-destra per il cambiamento Alessandro Scipioni e Filippo La Grassa. "Questo è un momento storico in cui tutti gli amministratori e tutti gli eletti devono sentire il dovere morale di imporre alle istituzioni l'ascolto delle istanze della popolazione. Ci sentiamo uniti al nostro gruppo parlamentare in questa battaglia per il futuro del paese, e vogliamo portare nel nostro territorio e nella sede della città metropolitana le istanze per le quali si stanno battendo".

Il consiglio comunale di Monteriggioni ha dato il via libera all’unanimità alla sospensione del pagamento di COSAP e TARI. Le attività commerciali non pagheranno il suolo pubblico per il periodo in cui sono state chiuse. Le scadenze della TARI, invece, sono state sospese in attesa di rivedere con il gestore e valutare possibili riduzioni per le categorie più colpite dalla crisi. “Sono misure urgenti - ha sottolineato l’assessore al bilancio Luca Rusci - per contrastare gli effetti del Coronavirus.

Le attività che non hanno potuto usufruire del suolo pubblico, non devono pagare il relativo canone. Per quanto riguarda la Tari, abbiamo iniziato un percorso con gli enti competenti per poter ridurre i costi del servizio”. La Tari è stata al centro anche di una mozione presentata dal gruppo consiliare “Per Monteriggioni” che chiedeva di avviare un percorso amministrativo con la previsione di un contributo economico alle imprese fortemente toccate dall’emergenza Covid-19.

La mozione è stata respinta dal gruppo consiliare di maggioranza “Centrosinistra per Monteriggioni” in quanto l’amministrazione ha già intrapreso un percorso nelle sedi competenti. Il gruppo consiliare “Per Giardini Sindaco” si è astenuto.

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