A Firenze il Memoriale italiano del Block 21, questa mattina ad Auschwitz l’annuncio ufficiale del trasferimento

Inaugurata nei sotterranei di Santa Croce la mostra “1938-1945: la persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 gennaio 2015 20:43
A Firenze il Memoriale italiano del Block 21, questa mattina ad Auschwitz l’annuncio ufficiale del trasferimento

Arriverà presto a Firenze il memoriale italiano del Block 21 che sarà ospitato negli spazi dell’Ex3 a Gavinana. L’annuncio ufficiale del trasferimento è stato dato questa mattina nel corso della cerimonia di suffragio al muro della morte del campo di Auschwitz 1, celebrata come ogni anno in occasione del viaggio del Treno della memoria. “Con l’arrivo del Memoriale italiano di Auschwitz nasce a Firenze un polo della memoria – ha detto il sindaco Dario Nardella – Uno strumento importante per lavorare con i nostri giovani, perché solo attraverso la memoria e l’educazione si può continuare a far crescere il seme del rispetto e del dialogo.

Una volta completati i lavori per la realizzazione dell’edificio destinato ad edilizia residenziale pubblica in viale Giannotti nell’area ex Longinotti – ha proseguito Nardella - sarà possibile realizzare al primo piano anche il museo della Resistenza”. In occasione della visita di oggi della delegazione del Treno della memoria 2015, la direzione museale ha permesso la riapertura straordinaria del Block 21, per consentire la visione della struttura che verrà prossimamente smontata a cura dell'Istituto centrale per il restauro e dell'Opificio delle pietre dure, e poi trasferita a Firenze nella nuova sede.

Alla cerimonia di questa mattina ad Auschwitz era presente anche il consigliere delegato dal sindaco per le politiche giovanili Cosimo Guccione (PD) . “Poter custodire a Firenze il Memoriale italiano del Blocco 21 – ha detto Guccione – sarà sicuramente importante per mantenere viva la memoria della terribile storia di Auschiwitz e non dimenticarne mai le atrocità”. Un'operazione condotta congiuntamente dal Comune di Firenze e dalla Regione Toscana, dopo l'appello di un anno fa dell'Associazione nazionale dei deportati nei campi nazisti, Aned che è proprietaria dell'opera.

Chiuso nel 2011 dalla direzione del museo del campo, che non lo riteneva più conforme alle rinnovate linee didattiche dello spazio di documentazione, il memoriale è stato realizzato nel 1971 nel nome di tutte le vittime italiane dell'Olocausto dagli architetti Baffi e Belgioioso, reduci di Mauthausen, con la collaborazione artistica del pittore Pupino Samonà, del musicista Luigi Nono, dello scrittore Primo Levi.

Inaugurata la mostra “1938-1945: la persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”. L’esposizione, un evento di carattere nazionale promosso dal comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, è stata inaugurata oggi, nei sotterranei di Santa Croce, dal sottosegretario al Ministero dell’Interno Domenico Manzione, alla presenza del prefetto Luigi Varratta, del capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno Mario Morcone, della presidente del Consiglio Comunale di Firenze Caterina Biti, del presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, dal direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Michele Sarfatti e dall’assessore regionale Sara Nocentini.

“E’ stato un grande privilegio poter portare il saluto della città all’apertura di questa importante mostra. Alla vigilia della Giornata della Memoria – ha detto la Presidente del Consiglio comunale Caterina Biti – eventi come questo non possono che aiutarci a far sì che la memoria non resti solo un atto volto al ricordo di quei terribili tempi, ma si faccia conoscenza di quegli atroci atti così che si sveglino le nostre coscienze e restiamo vigili ogni giorno perché nessun atto di discriminazione avvenga nei nostri luoghi.

Le istituzioni e la politica hanno come primo impegno quello di vigilare e soprattutto educare le giovani generazioni perché la diversità dell’altro sia vista solo e esclusivamente come ricchezza. In un momento storico come quello in cui viviamo oggi, risuonano attualissime le parole che Primo Levi scrisse per il Corriere della Sera nel 1974 e quelle parole ci possono aiutare a essere attenti oggi per garantire ad ogni cittadino i propri inviolabili diritti”. “Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.

A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti”.

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