Al Teatro della Pergola, sino a domenica, Mariano Rigillo in "Vita di Galileo" di Bertolt Brecht

Redazione Nove da Firenze
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17 novembre 1999 13:07
Al Teatro della Pergola, sino a domenica, Mariano Rigillo in

Ieri la serata della prima si è aperta con un ricordo improvvisato di Orazio Costa , di cui Mariano Rigillo è stato allievo e che ha definito nell'emozionato discorso "un uomo troppo presto dimenticato dalle autorità". Poi l'apertura del sipario e il celebre dramma sul conflitto tra verità e potere.
Brecht, affascinato da una delle epoche più avvincenti dell'Occidente (quella in cui le intelligenze della scienza spazzarono via l'interpretazione letterale dei sacri testi), reinterpreta la figura di uno dei protagonisti, Galileo Galilei, sempre in bilico tra verità e compromesso, eroe e vittima nel suo precorrere i tempi col peso delle sue scoperte.

C'è forse un gusto autobiografico nel Brecht esule (il testo è composto tra il 1937 e il 1946) nel tratteggiare la sorte di un uomo in fuga da uno stato all'altro a causa delle proprie idee innovative, schiavo del proprio istinto di dire, o meglio di scrivere, la verità; una passione che lo spinge, pur non essendo un eroe, a mettere a rischio oltre alla propria esistenza anche quella delle persone che con lui collaborano.
E c'è in "Vita di Galileo" una brillante sintesi delle capacità narrative dell'autore, quasi a conchiudere l'epoca felice che precedette l'avvento della dittatura in Germania.

Il ritmo con cui le scene, perfettamente conchiuse come nel cabaret, si avvicendano, non impedisce a Brecht di tratteggiare con ispirazione invidiabile ritratti a tutto tondo anche dei personaggi minori. Ne esce un dramma in cui risalta la coralità nelle individualità come i tasti di un pianoforte.
La regia di Gigi Dall'Aglio sottolinea le qualità del testo, con rispetto per la volontà didascalica dell'autore, e si segnala in particolare nella scena di Papa Barberini con l'inquisitore, in cui sembra alludere nell'atmosfera della corte pontificia ai prodromi del nazismo, forse memore, Dall'Aglio, della fortunata esperienza su Weiss.

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