La questione balcanica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 giugno 1999 12:44
La questione balcanica

Iniziative e progetti dell'Istituto grossetano della Resistenza sul tema della guerra.
L'istituto organizza un incontro di studio venerdì nella Sala Consiliare del Comune di Grosseto. Titolo: "I Balcani le radici di un'esplosione". Interventi di: Francesco Privitera ( Centro per l'Europa centro-orientale e balcanica - Bologna), Giandomenico Cova ( Pontificio Seminario regionale - Bologna). In Biblioteca raccolta di materiali di studio ( libri, riviste, saggi) sulla storia dei popoli della ex Jugoslavia nel '900.
L'Istituto ha presentato alle istituzioni nazionali e locali un progetto per l'organizzazione di "un campo di pace": un gruppo di ragazzi kosovari e grossetani dovrebbero incontrarsi per 15 giorni (dal 15 al 30 Settembre) ed essere impegnati in attività di studio e di svago, nella sede del Laboratorio di Educazione Ambientale La Finoria di Gavorrano.

Alla realizzazione del progetto hanno aderito: Amministrazione Provinciale, Comuni di Grosseto e Gavorrano, Provveditorato agli Studi, Sindacati confederali della scuola. La realizzazione del progetto è subordinata alla sua approvazione da parte del Commissario straordinario per la Missione Arcobaleno, che ad oggi ha espresso un parere di massima positivo.
"Da oltre cinquanta giorni è in atto una guerra alle porte dell'Italia, nella quale il nostro paese è direttamente coinvolto -afferma il documento dell'Istituto grossetano della Resistenza- Da circa dieci anni è in atto nei Balcani una" esplosione delle nazioni", pagata dai popoli della ex Jugoslavia con sangue e distruzioni materiali e morali.
Non c'è nessuno nel nostro paese e altrove che non si interroghi sulle ragioni di questa lunghissima emergenza, che è sotto i nostri occhi, grazie alla potenza ed alla sollecitudine dei nostri sistemi di informazione e comunicazione.

Le nostre domande riguardano le radici storiche di conflitti ed orrori, che le generazioni successive all'ultimo conflitto mondiale credevano appartenessero ad un passato irripetibile. Intrecci complessi, rispetto ai quali è impossibile pensare che una spiegazione contenga la risposta a tutte le domande. Oggi, come negli anni recenti delle crisi serbo-croata e bosniaca, la violenza dell'attualità richiama le definizioni di polveriera di una regione balcanica crocevia di piccole e grandi nazioni.

Ad alta litigiosità. Anche linguistica. Ottanta modi per dire uccidere, solamente una decina di termini per esprimere amore in serbo-croato ( ma oggi si dice serbo o croato)....Gli ex jugoslavi sono ridiventati balcanicamente incivili? Sì, forse questo spiegherebbe ogni cosa: i massacri, gli stupri, le violenze. Ma non basta. A scacciare la sensazione che la guerra sia ritornata in Europa. Che i lager e i gulag non hanno non hanno marcato un punto di non ritorno. Che l'averne rivelato l'esistenza fosse una promessa di salvezza.

Le nostre informazioni in tempo reale non hanno impedito i campi spinati.
Ma neanche le analisi geopolitiche bastano. Ci interroghiamo insieme sui valori, le dichiarazioni di principi e le regole, che proprio all'indomani della seconda guerra mondiale sembravano aver inaugurato un nuovo sistema di relazioni internazionali ed un nuovo diritto degli individui e dei popoli, fondati sul rifiuto della violenza e delle guerre. Le scelte politiche e le strategie che governano le relazioni internazionali sono di fatto al di sopra delle capacità di intervento dei singoli, ma il minimo che possiamo fare è cercare di usare tutti gli strumenti possibili, per dare voce all'inquietudine delle nostre coscienze di persone e di cittadini, per aiutare le nuove generazioni a comprendere ed orientarsi e per contribuire a mettere in atto gesti di solidarietà.

L'Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell'età contemporanea ha ritenuto coerente con i suoi fini statutari assumere alcune iniziative di carattere culturale ed educativo, anche sollecitando le istituzioni locali".

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