25ottobre: i toscani a Roma alla manifestazione CGIL

Gramolati: 'orgogliosi nostra presenza, questa piazza merita ascolto da parte del governo'. Brogi (SEL): "Dalla piazza un messaggio chiaro al Governo: cambi musica!". Edilizia in Toscana: in meno di un anno persi 1.500 posti di lavoro. Nuovo contratto per agricoltori e florovivaisti: buste paga più pesanti per 60mila toscani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2014 21:59
25ottobre: i toscani a Roma alla manifestazione CGIL

In quarantamila a Roma dalla Toscana alla grande manifestazione nazionale della Cgil. Da tutte le province oltre 400 pullman, decine dei quali trovati dopo aver lanciato un appello agli autotrasportatori delle altre regioni, e un treno speciale partito da Santa Maria Novella a Firenze, sono partiti a notte fonda, qualcuno alle 4, ed hanno portato nella capitale i manifestanti per il lavoro. Riconoscibili quelli arrivati dalla Toscana, quasi tutti indossavano la pettorina disegnata da Staino con su scritto Maledetti Toscani. “Una giornata straordinaria per il lavoro e la democrazia, commenta Alessio Gramolati, segretario generale della Cgil Regionale, che aggiunge: non possiamo che essere orgogliosi che tanti toscani ne siano stati protagonisti. Una prova come questa merita ascolto e rispetto da parte di tutti, in primo luogo da parte del governo. Nelle democrazie avanzate funziona così".

"In piazza, oggi, è scesa la forza enorme e pulita del lavoro. E' scesa in piazza l'Italia che fatica, che tira la cinghia, che cerca lavoro. E' scesa in piazza l'Italia che chiede diritti e dignità".Lo afferma il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà Giuseppe Brogi, oggi a Roma con le parlamentari toscane Alessia Petraglia e Marisa Nicchi e un folto numero di attivisti provenienti da tutta la regione."Deve cambiare musica! Questo è il messaggio inviato al Governo Renzi dalla grande manifestazione di Roma - prosegue - Oggi è nata l'opposizione sociale alle scelte sbagliate di questo esecutivo, un'opposizione che non si fermerà, perché cammina sulle gambe di milioni di persone che, ogni giorno, mandano avanti il Paese".“Mai più precari nella scuola”.

Questo il tema dell’incontro “di ascolto e confronto sulla realtà del precariato nella scuola toscana”, promosso dal gruppo consiliare Pd in Regione, che si terrà a Firenze lunedì 27 ottobre, dalle ore 14:30 alle 19, presso la sala delle Feste di Palazzo Bastogi (via Cavour, 18). L’iniziativa servirà anche a raccogliere proposte e spunti sul documento del governo “La buona scuola”. Il convegno si aprirà con l’intervento di Ivan Ferrucci, capogruppo PD Consiglio regionale della Toscana, un introduzione dei lavori da parte di Daniela Lastri, consigliera regionale PD e due relazioni a cura del Coordinamento precari: Nicola Iannalfo (L’assorbimento del precariato) e Bernardo Croci (Nuove norme per il reclutamento nella scuola). Nel corso del dibattito sono previsti gli interventi di: Emmanuele Bobbio, assessore regionale all’Istruzione e Formazione, Gianluca Parrini, presidente della V commissione Consiglio regionale, Lucia Matergi, consigliera regionale PD, Severino Saccardi, consigliere regionale PD, Andrea Marcucci,presidente commissione VII Senato, Maria Grazia Rocchi,deputata PD, Commissione VII, Rosa Maria Di Giorgi, senatrice PD, Commissione VII, Rosa De Pasquale, dirigente provinciale C.S.A., Claudio Bacaloni,direttore USR Toscana, rappresentanti delle organizzazioni sindacali della scuola Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Snals, Cobas, Noi Scuola; dirigenti scolastici e docenti."Il Futuro del Distretto Industriale del Valdarno.

Quali politiche produttive ambientali ed energetiche " è il titolo dell’iniziativa organizzata dal gruppo consiliare Pd in Regione Toscana che si svolgerà lunedì 27 Ottobre alle ore 17.00 presso la sede Acquarno a Santa Croce sull'Arno. A introdurre i lavori Ivan Ferrucci, capogruppo Pd Regione Toscana, seguiranno interventi di Domenico Castiello, direttore polo tecnologico Poteco, Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce, Franco Donati, presidente associazione Conciatori, Loris Mainardi, camera del lavoro Cgil Santa Croce; a concludere Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente.

"Occorre che il lavoro edile venga riportato al centro del dibattito economico politico. L’assenza di una politica industriale, il taglio dei trasferimenti dal centro alle Autonomie Locali ed un regime esasperato e confusionario di tassazione sugli immobili hanno sprofondato il settore delle costruzioni in un uno stato comatoso. Ma non tutto dipende dal Governo centrale. L’interpretazione esasperatamente “conservativa” del territorio ha prodotto un “ Piano Paesaggistico “ che ha ingessato la riqualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare toscano".

Questo il pensiero del Segretario Generale della Feneal-Uil Toscana, Ernesto D'Anna, in merito alle scelte politiche in materia di edilizia dell'attuale governo. E gli ultimi dati disponibili riferiti al primi 7 mesi del 2014 non sono confortanti. Anzi, fanno registrare un ulteriore flessione di addetti e di ore lavorate. "Nel sistema Casse Edili della Toscana nel 2013 risultavano registrati 24.540 lavoratori per 2.876.885 ore lavorate - spiega D'Anna -, nel periodo Gennaio – Luglio 2014 la media mensile scende a 23.037 lavoratori per 2.699.743 ore lavorate".

In totale sono stati persi 1500 posti di lavoro nel giro di meno di un anno. "Il Jobs act e la legge di stabilità sono due provvedimenti ancora oggi fantasma", avverte il Segretario della Feneal-Uil Toscana. "Giornali e osservatori stanno discutendo di due strumenti legislativi di cui il primo, il Jobs act, è una delega generica che non chiarisce molte cose e non precisa alcuni interventi di cui si parla.

Il Jobs act, approvato al Senato, dice al governo di intervenire su tre argomenti, ammortizzatori sociali, politiche per l’impiego e flessibilità – precarietà, ma non come farlo. Noi pensiamo che sia giusto intervenire per ridurre l’incertezza per i lavoratori quando vengono assunti, porre un giusto equilibrio tra le esigenze aziendali di flessibilità e garanzie di stabilità nel tempo, soprattutto per i giovani ma non solo. Quindi, un contratto nuovo che assorba le tipologie spurie e sporche, le finte collaborazioni e partite iva, e l’accesso all’uso dei contratti a termine va bene, fermo restando che alla fine di un periodo, da verificare, le persone devono trovare stabilità". "Gli Ammortizzatori Sociali sono un tema delicatissimo, perché oggi in Italia riguarda 4 milioni di persone; pensiamo che si debba intervenire e migliorare ma non facendo un’operazione per cui tolgo a qualcuno per dare a qualcun altro, quindi l’idea di ridurre la cassa integrazione per allungare di qualche mese l’indennità di disoccupazione non è un’operazione indolore.

Con la riforma degli ammortizzatori sociali, contenuta nel Jobs act, si avrebbe un aumento della disoccupazione “davvero preoccupante. Con la riforma già approvata la disoccupazione passerebbe dall'attuale tasso del 12,2% al 13,7%. I dati a disposizione per il 2013 fanno registrare, al momento, 389mila unità coperte dagli ammortizzatori che la riforma vorrebbe superare (mobilità, cassa integrazione straordinaria e in deroga). Se la riforma fosse stata già in vigore, si sarebbero trasformate in nuova disoccupazione.

Lo diciamo con chiarezza l'ipotesi che si sposti la protezione dall'azienda al lavoratore trasformato in disoccupato non ci convince, quando ci sono serie speranze di ripresa dell'impresa". "Rispetto a quanto prevede la Legge di Stabilità in merito al Trattamento di Fine Rapporto, così come è presentata sui giornali, perché girano bozze senza conferma che siano il testo autentico,la riteniamo sbagliata perché aumenta la tassazione al momento della riscossione a carico dei lavoratori.

L’anticipazione in busta paga mortifica tutti gli sforzi che il sindacato ha fatto per incentivare la Previdenza Integrativa strumento per implementare gli già esangue assegni di pensione che riceveranno i futuri pensionati. La manovra sul TFR e l’aumento della tassazione sui Fondi Pensioni è la più grande operazione di cassa a favore dello Stato fatta negli ultimi mesi. Il lavoratore non ci guadagna, a malapena se va bene pareggia se lascia il Tfr in azienda, ma significa che la sua pensione sarà più bassa del 20-30 % dell’ultimo stipendio". "La riduzione della tassazione sul lavoro è una battaglia “antica” della UIL.

Consideriamo l’abbattimento dell'IRAP per chi assume a tempo indeterminato una scelta giusta. Osserviamo, nel merito, che così come proposta si presta a operazioni “corsare”. Così come è congegnata non seleziona imprese virtuose da quelle “furbe” tra quelle che innovano e migliorano gli standard di qualità e produttività e quelle che assumeranno per il periodo incentivato e poi scaricheranno il lavoratore sulla collettività". Riteniamo positivo l’avvio del confronto sulle deleghe del mercato del lavoro che riprende il 27 ottobre per la legge di stabilità e le osservazioni da avanzare sul piano del “jobs act”.

Nel caso in cui il confronto dovesse dare esito negativo, sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, già modificato dalla Legge Fornero, siamo disponibili al confronto, non siamo disponibili a toccare le protezioni e le tutele già esistenti. L’esecutivo ci spieghi come intende intervenire sulle tutele crescenti per coloro che non ce l’hanno. Se invece l’intendimento del governo è quello di andare oltre le restrizioni della legge fornero e quindi all’eliminazione delle tutele dell’ART 18 la Fenealuil Toscana lavorerà per la piena riuscita delle azioni di lotta, compreso lo sciopero generale, così come già preannunciate dalla UIL Nazionale.

Il mondo del lavoro non può rimanere escluso dalle scelte che lo riguardano, ma deve tornare protagonista di un processo di crescita e sviluppo che deve costituire la priorità delle scelte del Governo nazionale".Buste paga più pesanti per i circa 60mila lavoratori toscani del settore vivaistico e dell'agricoltura. Gli aumenti previsti saranno di circa 700 euro all’anno (calcolati su uno stipendio medio di 1300 euro) E’ questo il risultato più importante della firma del nuovo contratto nazionale del settore, sottoscritto nei giorni scorsi dai sindacati Fai, Flai, e Uila con la Confagricoltura, Coldiretti e Cia. Esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto la Uila Toscana.

“Si tratta di un risultato importante che, considerando il contesto di crisi e deflazione, porta un aumento reale nelle tasche dei lavoratori – ha dichiarato la segretario del sindacato – Abbiamo già in programma di organizzare assemblee per illustrare nel dettaglio ai lavoratori i termini della difficile intesa raggiunta”. Nel dettaglio l’aumento salariale previsto dall’intesa sul nuovo contratto nazionale sarà pari al 3,9% per il biennio 2014-2015, suddivisi in due tranches da 2,1% e 1,8%.

Su una retribuzione media 1300 si avrà, a regime, un aumento di circa 50 euro per quattordici mensilità. Il rinnovo, con i suoi aumenti, ha effetto fin dal gennaio 2014. Inoltre è stata rafforzata la cosiddetta “esigibilità” dei contratti provinciali di lavoro prevedendo precise tempistiche entro le quali i contratti provinciali del lavoro (CPL) con salari contrattuali al di sotto dei minimi di area dovranno adeguare le loro retribuzioni. Si prevede anche un percorso, a livello regionale e provinciale, con l'obiettivo di armonizzare i vari inquadramenti dei lavoratori previsti nei contratti provinciali.

Sono state definite indicazioni più precise al fine di favorire lo sviluppo della contrattazione legata agli incrementi della produttività aziendale a livello territoriale. In tema di welfare contrattuale è stato aumentato di un giorno il permesso per i padri in occasione della nascita e adozione dei figli ed è stato ottenuto un periodo di aspettativa oltre il comporto per i lavoratori affetti da patologie oncologiche. Il rinnovo vede l'inclusione anche dei lavoratori della manutenzione del verde.“Servono interventi concreti e rapidi a sostegno del panorama dell’informazione, locale e nazionale, che in questi ultimi anni è andato incontro ad un forte impoverimento a causa della crisi economica, ma anche del mutato comportamento del cittadino.

Perché l’informazione è una delle prime garanzie di libertà e giustizia e bisogna evitare che finisca per concentrarsi nelle mani di pochi. In questo senso la proposta avanzata dal Pd e dal sottosegretario Loca Lotti, di cui si è parlato ampiamente anche alla convention dell’IdV di Sansepolcro, appare quanto mai importante. Primo perché ribadisce in qualche modo il diritto di cronaca, con la tutela della professione giornalistica che passa anche attraverso un equo compenso; secondo perché rivede il sistema delle erogazioni dei contributi, così da evitare che vengano utilizzati per aziende che in realtà non creano lavoro e quindi non alimentano la professionalizzazione del settore.

Come IdV - spiega il Segretario Regionale dell’IdV Toscana, Giovanni Fittante - siamo anche favorevoli all’applicazione di un tetto stipendiale per la Rai, che certo non penalizza i giornalisti, ma garantisce risparmi da investire altrove, magari nel rafforzamento delle redazioni locali. Infine serve una particolare attenzione ai nuovi media che si affacciano su internet. Siamo convinti che questa sia la strada per il futuro, ma bisogna stimolare la nascita e la crescita di testate autorevoli, e con questo intendo che facciano uso di professionisti regolarmente retribuiti e responsabilizzati.

Anche in questo caso, ben vengano i contributi dello Stato. Ma serve una verifica attenta delle realtà che si vanno a sovvenzionare e che bisogna incentivare le imprese a camminare da sole, perché non è pensabile che i finanziamenti pubblici siano l’unica fonte di provento. Altrimenti si creerebbe una pericolosa fonte di dipendenza”.

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